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Vi è uno scolio barocco e sconcertante nella Quarta parte dell’Etica di Spinoza nel quale aleggia l’ombra della morte e si evocano inquietanti possibilità di mutazione d’ identità: «Avviene talvolta, infatti, che un uomo subisca mutamenti tali che non direi facilmente che egli è lo stesso, come ho sentito narrare di un poeta spagnolo che era stato colpito da una malattia e che, sebbene ne fosse guarito, rimase talmente dimentico della sua vita passata da non credere che fossero sue le commedie e le tragedie che pure aveva composto.

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