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…Nel ventre cosmico il respiro intona un ritmo interiore, i versi trattengono il cuore della musica nel vortice fragiledella parola, nell’emozione della poesia che, quando rapisce la mente, si fa estatico canto d’amore:Mi prende d’amore una forma Poesia mi avvolge sottovoce mi parla Vibra fino a sfibrare le corde sottese Accende fuoco o luce o caldo emisfero Parla con le mani e la bocca Trascende corpo in primavera Rinasce di vita una stilla Riprende
Nadia da alcuni anni ha cominciato a scrivere poesie. Le piace indagare con le parole l’aspetto profondo delle cose e delle sensazioni.Le piace ricercare ritmi, suoni e voci melodiose, avere intorno a sé l’armonia, la bellezza.
Vive a Castel d’Ario in provincia di Mantova. E’ stata insegnante per 42 anni. Nel 2015 ha pubblicato con GILGAMESH edizioni la sua prima apprezzata raccolta di poesie “Terre incolte”
“La nota dominante di questa nuova raccolta di Nadia Alberici è la consapevolezza di un’imminenza o di una prossimità, a seconda che la si percepisca nel tempo o nello spazio, di una realtà misteriosa, da cui l’anima è attratta ma da cui vorrebbe, nello stesso tempo, rifuggire. La fusionecon la natura, desiderata e desiderante, che ispirava gran parte della precedente raccolta Terre incolte, pare molto attutita, quasi messa tra parentesi; si percepisce un continuo, teso scambio di sensazioni e pensieri tra il centro vivente e la realtà che lo circonda e ne minaccia il corpo, lo confina nel cerchio, pulsante tra sogno e coscienza, desiderio e paura, dell’esistenza. La poesia vuole, o può solo esprimere, timida e timorosa, la dissoluzione nell’istante della parola che tenta di intonare il tempo, di disegnarne le trame intessute di memoria e paesaggio”
(Claudio Borghi)