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Aforismi di luce è una raccolta di frammenti filosofici e teologici risalenti al 1976-78, quindi precedenti L’anima sinfonica (Negretto, 2017), che in buona parte raccoglie testi composti nel periodo 1978-80 e che, in un certo senso, costituisce il primo precipitato dicibile di quell’esperienza dell’indicibile. Si tratta, in tutta evidenza, di un pensiero musicalmente visionario, alimentato da immagini, icone in cui si addensano nuclei di idee che di continuo nascono e si dissolvono, come se della trama del mondo, dell’oltre e del senso ci fosse concesso di intuire solo una forma in perenne fuga.
“L’Autore – scrive Davide Inchierchia nella densa nota introduttiva – si cimenta in una delle imprese più ardue e complesse, che più mettono alla prova la nostra razionalità di pensanti del XXI secolo: il retrocedere, l’eckhartiano ‘distacco’ dal Sé dell’io soggettivo – l’io psicologico ma finanche l’io esistenziale – e il suo ‘aprirsi’ in se stesso alla vibrante imminenza, alla prossimità estrema di una Identità ‘altra’.”
Claudio Borghi insegna matematica e fisica in un liceo mantovano. Ha al suo attivo la pubblicazione di articoli di fisica teorica ed epistemologia su riviste nazionali e internazionali. Presso l’editore Mimesis sono usciti i saggi Dagli orologi al tempo (2018), Il tempo generato dagli orologi (2018) e L’ipotesi generativa (2020). Ha pubblicato quattro raccolte di versi e prose: Dentro la sfera (Effigie, 2014), La trama vivente (Effigie, 2016), L’anima sinfonica (Negretto, 2017) e l’antologia bilingue, con alcuni inediti, The Still Flight (New York 2018).
Inventare è trovare, non di rado coperti dalla polvere dei sensi e della materia, segmenti di luce d’idea e visione che contengono ciascuno tutto lo sviluppo possibile. Ogni riga è misteriosa come l’intero corpo, eppure in ogni parola si può cogliere la chiave di un rischiararsi assoluto, di fronte al quale la mente che si limita alle trame discorsive, travolta da una potenza superiore che la illumina totalmente, impallidisce fin quasi a svanire.